La Vita di Marpa il Traduttore, a cura di Jacques Bacot

Softcover, 132 pagine, Milano 1994, molto buono

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Marpa il Traduttore (1012-1096), noto in Occidente soprattutto come il maestro iroso e incontentabile che sottopose Milarepa, suo discepolo prediletto, a fatiche inaudite prima di accordargli qualunque insegnamento, fu tra coloro che più contribuirono a trapiantare il buddhismo indiano in Tibet. Tre volte lasciò il Tibet per compiere perigliosi viaggi attraverso il Nepal e l’India alla ricerca di manoscritti e di maestri che gli spiegassero le oscure dottrine dei Tantra. Fra i molti incontri straordinari, decisivo fu quello con Naropa, il quale, dopo averlo istruito e messo alla prova con messaggi enigmatici, visioni sconcertanti e apparizioni portentose, lo designò come suo successore spirituale. In Tibet gli insegnamenti di Marpa diedero vita, attraverso Milarepa, a una tradizione che dura tuttora. Solo un segreto andò perduto: la tecnica, più volte sperimentata da Marpa e poi trasmessa all’amato figlio Tarmadode, che consente di trasferire la propria coscienza in un cadavere. gTsang sMyong Heruka, «lo yogin pazzo di Tsang» che scrisse La vita di Marpa, è lo stesso cui dobbiamo La vita di Milarepa; e lo stesso è anche il loro primo traduttore in una lingua occidentale, il grande tibetologo Jacques Bacot.

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